GIUGNO 2022
ZOU HOI – SOFIA
CINA
“NON BASTANO COMPETENZA E ADATTAMENTO PER INTEGRARSI”

Come ti chiami e dove sei nata?

Mi chiamo Zou Houì, però in Italia i conoscenti o i colleghi mi chiamano Sofia. Gli amici mi chiamano Houì.

Sono nata in Cina, nel nord della Cina, a 200 km da Pechino, dopo sono andata a vivere ancora più a nord in un’altra città, Shan.

Sono venuta in Italia 26 anni fa.

 

Quando e perché sei emigrata?

In questa città ho conosciuto mio marito che lavorava in Cina da lungo tempo. Ci siamo innamorati e dopo mi ha portato in Italia per una vacanza. Qui mi ha chiesto di sposarlo ed eccomi qua.

 

Com’era il paese che hai lasciato? Cosa facevi?

La città in cui vivevo era una città industriale molto grande, con circa 6 milioni di abitanti,

Io facevo la cantante lirica, ero soprano.

 

Che scuole hai frequentato?

In Cina ho fatto le scuole tradizionali fino alla laurea del conservatorio.

In Italia mi sono diplomata in lingua italiana all’Istituto Dante Alighieri e poi ho fatto il conservatorio a Piacenza, laureandomi ancora una volta perché il mio sogno era cantare.

Venire in Italia è stato ed è un sogno per molti cantanti, perché è il paese del bel canto. Per me è importante.

 

Quale è stato il momento più difficile e il momento più bello?

Un momento difficile lo sto vivendo anche adesso col lavoro.

Il momento più difficile però l’ho avuto quando sono stata operata più volte per un tumore e ho subìto cure molto pesanti.

Ho perso i capelli, non stavo bene e sembravo una morta che camminava; per fortuna la famiglia mi ha molto aiutata.

Il momento più bello e felice è tutta la mia vita, ogni momento è bello.

I grandi disastri fanno parte della vita e se ne hai avuti di più vuol dire che hai lottato e vinto di più.

 

In Cina come stavi?

Stavo bene; avevo una professione che mi piaceva e che mi ha evitato la povertà.

Lavoravo tanto e stavo molto bene; infatti potevo anche frequentare persone straniere, cosa che non tutti riescono a fare.

Così ho conosciuto mio marito.

In Italia ho continuato a cantare fino a circa 40 anni, ma niente di grande.

 

 

Ti senti integrata?  Hai la cittadinanza? Cosa ne pensi di questo aspetto?

Ho deciso di vivere in questo Paese e ho acquisito la cittadinanza per avere tutti i diritti di un cittadino italiano.

Con ciò non è che hai tutto, ma quando hai bisogno ti aiuta molto.

Però questo non vuol dire avere l’uguaglianza con i cittadini italiani.

Questa te la devi conquistare da sola, devi lottare per integrarti bene nel lavoro e nella società.

Bisogna accettare un nuovo modo di pensare, nuovi comportamenti,

e io credo di essermi adattata bene anche perché ho la famiglia italiana.

 

Quindi ti senti integrata ma hai subìto discriminazioni?

Si, non solo sul lavoro, anche nell’arte. Per esempio, io faccio la cantante e quando fai un’audizione e stai dietro il sipario,

non ti vedono, la commissione ti manda avanti, ti promuove, vinci; ma poi nella selezione finale quando non ci sono più le tende

scelgono più le italiane, anche se sei brava come loro o un po’ di più.

Devi essere tanto tanto più brava per avere qualche possibilità.

In ufficio anche se hai molta preparazione, spesso non ti viene riconosciuta, anche dai tuoi colleghi.

 

Sei credente? 

Ora, io sono credente, sono buddista, ma credo che sia Buddha, sia Gesù che Allah sono santi, Dei, sono buoni e noi non dobbiamo aumentare le diversità inasprendole perché siamo tutti uguali.

Dal mondo cristiano, dalla chiesa cattolica, io ho ricevuto tante grazie.

Canto in chiesa e accendo anche un cero alla Madonna perché per me è una figura come un Buddha cinese.

 

Qual è per te la festa più importante? 

Per me è ovvio è il capodanno cinese. Ma anche Natale è immancabile, …così ne ho due!

Ogni anno a Natale ci troviamo con gli amici e i familiari, ma anche nelle feste cinesi mi ritrovo con le mie amiche che hanno mariti italiani.

Ci troviamo a festeggiare e a loro piace. È importante.

Andiamo a festeggiare nella Chinatown a Milano in via Sarpi;

c’è il cibo in strada, i colori, i costumi e le sfilate e in autunno accendiamo le lanterne.

 

Cosa ti aspetti dal futuro e cosa desideri? 

Per prima cosa mi aspetto la salute. La salute è uno e tutto il resto è zero.

Non ho figli e nella vecchiaia dovrò mantenermi sana e restare indipendente.

Quando sono in salute ho tutto; posso godere la vita, le stagioni, e guardando le nuvole, le foglie e i fiori, trovo la felicità. Andare in montagna, al mare, viaggiare, è felicità, ma se non c’è la salute non c’è più niente.