Bibliografia

NARRATIVA

Farah Nuruddin
Mappe
Frassinelli, Milano, 2003

Questo romanzo del 1986, insieme a Doni e Segreti , costituisce la seconda trilogia dello scrittore somalo. Il rapporto tra il protagonista Askar, bambino che diventa uomo, e Misra/Misrat, la donna che lo alleva, oltre ad essere una straordinaria interpretazione del rapporto “madre/figlio”, è anche un continuo rimando allo scontro/incontro tra chi si definisce somalo e chi viene definito nemico. In Ogaden il nemico per eccellenza è etiope; Misra verrà accusata e punita tanto brutalmente quanto ingiustamente per il crimine considerato più infame: tradire i somali per amore di un soldato nemico, cioè etiope. Nelle mappe di simboli dell’arte di Farah, a partire dai nomi propri di persona e dai luoghi geografici, aiuta il lettore la preziosa postfazione di Itala Vivan. Tutto il libro si presta a molteplici letture, ma un invito rimane costante: quello a superare le immobili convenzioni della tradizione sui rapporti marito/mogli, amico/nemico, etnicamente puro/impuro. Perché “nel corso della storia, gli uomini hanno sempre incolpato le donne delle disgrazie che loro stessi si sono tirati addosso”, identificandole come streghe, come traditrici del proprio sangue, come amanti degli uomini del campo nemico: in una sola parola, con l’insulto più antico e noto.

Farah Nuruddin
Segreti
Frassinelli, Milano, 2002

In questo romanzo della trilogia Blood in the Sun , ambientato all’inizio degli anni novanta, il sangue resta il tema centrale: delimita le appartenenze claniche che stanno per precipitare la Somalia in una macelleria di scontri tra bande, ma racchiude anche il segreto che incombe sin dalla nascita sulla vita del trentenne Kalaman, il protagonista del romanzo. L’arrivo improvviso di Sholoongo, ambigua donna-sciamano dalla quale Kalaman era morbosamente attratto da ragazzino, riporta a galla per lui e tutta la sua famiglia il passato rimosso. Dapprima la voce del protagonista, poi quella dei genitori, del carismatico nonno e della Sholoongo cercheranno di sciogliere il segreto – uno dei molti che affollano queste pagine – in un intreccio narrativo di flashback, diversi punti di vista e impreviste rivelazioni. Farah si riconferma geniale narratore di un mondo opaco e complesso, nutrito dalla simbologia tradizionale e da una fortissima corporeità che non ultima contrappone la sana animalità delle bestie (con le quali il nonno ha un segreto legame) e l’inumana bestialità degli uomini, ormai prossimi a scannarsi.

Farah Nuruddhin
Doni
Frassinelli, Milano, 2001

Un romanzo magistrale per la sapiente economia delle scene, la speciale dinamica degli eventi, la serrata consequenzialità delle riflessioni e dei dialoghi.

SAGGISTICA

Carazzolo Barbara, Chiara Alberto , Scalettari Luciano
Ilaria Alpi. Un omicidio al crocevia dei traffici
Baldini & Castoldi, Milano, 2002

Il 20 marzo 1994 la giornalista RAI Ilaria Alpi e il cameraman Miran Hrovatin vengono uccisi in un agguato a Mogadiscio. A distanza di tutti questi anni è emerso solo qualche brandello di verità ufficiale: un colpevole e tanti, troppi perché senza risposte. L’inchiesta langue in un pantano di testimoni scomparsi, contraddizioni, reticenze e misteri. Tre cronisti di ” Famiglia Cristiana ” hanno indagato a lungo sui traffici di armi, di rifiuti tossici, di scorie radioattive che sembrano essere il vero movente del caso Alpi.

Declich Francesca
I Bantu della Somalia. Etnogenesi e rituali mviko
Franco Angeli, Milano, 2002

Francesca Declich è antropologa, insegna all’università di Urbino. Ha pubblicato questo testo con l’intento di rendere “giustizia e legittimità a un gruppo di popolazioni che non avevano ricevuto grande attenzione nei testi di esploratori, colonialisti, giornalisti, tecnici, e venivano considerate marginali”; perché praticavano l’agricoltura e non la pastorizia nomade; perché parlavano lingue bantu e non il somalo; perché erano probabilmente discendenti di schiavi, magari arrivati dall’attuale Malawi o dal Mozambico; perché celebravano riti con musiche, danze e richiami agli antenati che in qualche modo si differenziano o addirittura entrano in conflitto con i riti musulmani. Questi gruppi sono localizzati nel sud del paese, e alcuni vivono oggi nei campi di profughi in Kenya e Tanzania. L’esperienza sul campo dell’autrice risale al 1985-88, prima della guerra civile.

Del Boca Angelo
La nostra Africa
Neri Pozza, Vicenza, 2003

La battaglia di Adua è finita. Migliaia di soldati italiani hanno perso la vita. Il generale Bartieri, lo sconfitto con molte colpe, ripiega. Il lettore vive questo avvenimento del 1896 come fosse accaduto ieri. È la magia di Angelo Del Boca, la suggestione che crea il testo, volume che raccoglie brevissimi brani di libri scritti da cinquanta italiani che hanno “percorso, esplorato e amato” (quasi tutti) il continente africano. Dall’acquisto della baia di Assab nel 1869 alle rovine di Mogadiscio dei nostri giorni, l’indagine dello storico piemontese tocca i punti più delicati, commoventi, nevralgici della nostra presenza in Africa.

Del Boca Angelo
La trappola somala: dall’operazione Restore hope al fallimento delle Nazioni Unite
Laterza, Roma, 1994

Del Boca Angelo
Una sconfitta dell’intelligenza: Italia e Somalia
Laterza, Roma, 1993

Farah Nuruddin
Rifugiati. Voci della diaspora somala
Meltemi Editore, Roma, 2003

Chi sono e come vivono i rifugiati della tirannia politica della Somalia postcoloniale? Nuruddin Farah, celebre romanziere somalo da oltre venticinque anni in esilio, risponde raccontando, e facendo raccontare dai suoi connazionali in diaspora, la storia della Somalia contemporanea devastata dalla guerra civile. Intervistando vari rappresentanti delle comunità somale africane ed europee più significative l’autore apre un dialogo a più voci, tanto egemoni quanto subalterne, in cui la situazione politica si intreccia con riflessioni di natura personale e artistica. Le domande rivolte interrogano storie personali e familiari ma anche le cause che hanno portato il paese al disastro. Rispondono profughi e politici, personaggi della radio e della televisione, signori della guerra e intellettuali, trafficanti di clandestini e banditi, torturati e torturatori. Ne emerge un popolo che, nei modi più svariati, reagisce, resiste, si trasforma. I somali spiegano cosa significhi ricominciare ogni volta da capo in altre parti del mondo, in altre culture, con altre lingue e altre leggi; come vedono se stessi e il popolo che li ospita; come si sono adattati o come sono andati alla deriva. Ognuno, attraverso la lingua che gli è propria, racconta la situazione di un paese e di un popolo di fronte ad un futuro che non si riesce a scorgere. L’autore ricostruisce anche cause ed effetti dell’avventura italiana in Somalia e, più in generale, di quella europea nel continente africano.

Hagi Scikei Nuredin
Banaadiri. Il risveglio di una millenaria identità
Clueb, Bologna, 2002

L’autore, un somalo che ha studiato, vive e lavora in Italia, ha scritto il testo per distinguere “un popolo che viene confuso con i somali, ma che non ha nulla a che fare con loro”. Particolare attenzione alle influenze degli arabi provenienti dallo Yemen, all’architettura, ai monumenti funerari delle isole Baajuuni, all’impatto del colonialismo italiano sul sistema economico e giudiziario dei banaadiri.

Leoni von Dohnanyi Germana, Oliva Franco
Somalia. Crocevia di traffici internazionali
Editori Riuniti, Roma, 2002

L’obiettivo di questo libro è recuperare «numerosi indizi costantemente ignorati, sottovalutati o derubricati come inattendibili “voci d’ambiente” nel quadro delle numerose inchieste giudiziarie e parlamentari succedutesi nell’ultimo decennio» sui rapporti tra Italia e Somalia. Una ricostruzione puntigliosa del commercio illegale delle armi e dello smaltimento dei rifiuti che parte da lontano, analizzando la politica estera italiana in Somalia, gli scandali della cooperazione (compresa quella militare), l’ambiguo ruolo della conferenza di pace di Arta, con un’attenzione particolare al coinvolgimento dell’Indonesia e alle propaggini somale degli affari tra i servizi segreti occidentali e riarmo di Iraq, Iran e Afghanistan, oggi quanto mai attuale. Un libro talmente inquietante (spesso vengono citate le indagini dell’ex giudice Carlo Palermo) che a volte è difficile non considerarlo un quasi-romanzo.

Scego Igiaba
La nomade che amava Alfred Hitchock. Somalia
Sinnos, Roma, 2003

(Collana i Mappamondi – libri bilingue per ragazzi immigrati in Italia e per ragazzi italiani che abbiano compagni “stranieri” in classe).

Unali Lina
Trilogia della Somalia musulmana
Edizioni “Il Grappolo”, S. Eustachio di Mercato S. Severino (SA), 2001

Tre storie, tre personaggi tra la guerra civile e l’esilio e il ritorno in patria. Soprattutto la vecchia Madina, una religiosissima donna musulmana di mezza età che viene soprannominata Regina d’Africa, perché esprime al suo livello più alto tutta la potenzialità dell’Africa musulmana. L’autrice, che ha insegnato all’Università nazionale a Mogadiscio, produce una scrittura autobiografica fondendosi con l’ascolto della voce dei tre personaggi e di molti altri che via via entrano in gioco per essere tenuti in considerazione.

MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI

AA.VV
Percorsi di donne , 8 voll
Organon/Carocci, Roma, 2001 (omaggio ai medici e operatori del settore (customerservice@organon.it , fax 06 70490291) un volume dal titolo Il corpo violato: le mutilazioni genitali femminili ).

Dirie Waris con D’Haem Jeanne
Alba nel deserto

Garzanti, Milano, 2002

Secondo libro autobiografico dei Waris Dirie, modella somala, dopo Fiore del deserto in cui raccontava la sua infanzia nel deserto, la fuga e l’esperienza a Londra, dapprima come cameriera nella casa dell’ambasciatore de poi la scalata al successo. In Alba nel deserto vengono ripresi alcuni temi del primo libro. Modella di fama, Waris non dimentica però i legami profondi con la sua terra e la sua origine di nomade del deserto. Ciò la spinge a cercare in tutti i modi di ritornare in una Somalia divisa devastata dalla guerra civile e dalle carestie, per riallacciare contatti con la sua famiglia. È un viaggio alla riscoperta delle proprie origini, in cui la modella condivide glia spetti più personali della su vita: l’abbraccio con la madre, l’incontro col padre da cui un tempo era fuggita. Il tutto sullo sfondo di una lotta per l’esistenza in un mondo arido e pieno di insicurezze e difficoltà. Pagine da cui traspare la passione per l’Africa, l’amore per una terra e un popolo, che non viene meno anche quando Waris ricorda l’esperienza della mutilazione genitale cui anche lei dovette assoggettarsi.

Fusaschi Michela
I segni sul corpo. Per un’antropologia delle modificazioni dei genitali femminili

Bollati Boringhieri, Torino, 2003

Rifuggendo tanto l’eurocentrismo come il relativismo, come porsi davanti a questa problematica senza incappare in un atteggiamento sterilmente intellettuale né, all’altro estremo, in militanze umanitarie autogratificanti? Maneggiando molte fonti letterarie e facendo ricorso alla propria esperienza extra-accademica, l’autrice esprime con chiarezza il proprio pensiero soprattutto nel ribattere all’etnopsicologo Tobie Nathan, acerrimo fautore dell’escissione.

Grassivaro Gallo Pia, Lineri Stella
Donna infibulata ed ostetrico. I protagonisti del parto in Italia
Unipress, Padova, 2003.

La prima autrice, antropologa e biologa, è stata una delle prime ricercatrici a pubblicare in italiano, fin dagli anni ottanta, sull’argomento. Questo nuovo contributo è ben focalizzato dal titolo. Frutto di una ricerca sistematica, il libro, oltre a inquadrare il fenomeno nelle sue linee generali, riporta esperienze e alcune interviste. È finalizzato a una migliore relazione tra madri e personale sanitario.

Hassan Sirad Salad
La donna mutilata
Loggia dei Lanzi (tel.055/461575), Firenze, 1996

Hassan Sirad Salad
Sette gocce di sangue

La Luna (tel.091/301650), Palermo, 1996

le Mura G
La Violenza sulle Donne. Analisi, denunce, proposte

Paoline, Milano, 2001