CIAO LIDIA

Addio a Lidia Menapace, morta a 96 anni dopo essere stata ricoverata a causa del Covid nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Bolzano.

Lidia è stata una combattente partigiana che rifiutò le armi, è stata una pacifista ed è stata una voce libera.

Credeva nella politica, nella partecipazione, nella pace.

Ha lottato per le donne, per i diritti di tutte e tutti, per la pace. Usava sempre la parola lotta mai guerra.

È stata una femminista, in molti casi la prima a portare avanti temi che poi sarebbero diventati cruciali.

È stata tutto questo nei gesti, nell’azione, non solo nelle parole, non solo nel pensiero critico.

Lidia era una femminista. La sua lotta per i diritti delle donne partiva da una consapevolezza che arrivava da lontano.

Le sue parole: “Mia mamma ha coniato un codice etico per le sue figlie. Siate indipendenti economicamente e poi fate quello che volete. L’importante è che siate indipendenti per le calze. Non si può essere indipendenti per la testa e non nei piedi.”

Quindi la lotta per l’indipendenza economica delle donne, un punto di partenza imprescindibile per avere l’emancipazione, un semplice assunto ma tuttora molto fragile, ancora oggi, con questa crisi, messo potentemente in discussione.

Nel suo essere femminista, Lidia è stata la prima a mettere l’accento sull’importanza del linguaggio – “linguaggio sessuato come strumento fondamentale contro il sessismo”, anticipando ancora una volta lotte più che mai attuali.

Nella prefazione di “Parole per giovani donne”: “Se è tanto poco, dicevo, perché non si fa? Non si fa perché il nome è potere, esistenza, possibilità di diventare memorabili, degne di memoria, degne di entrare nella storia in quanto donne, non come vivibilità, trasmettitrici della vita ad altri a prezzo della oscurità sulla propria”.

Amava andare dove la chiamavano e sempre portava le sue riflessioni lucide e spesso anticipatrici su temi importanti, immaginando il nuovo.

Amava partecipare, perché è nel confronto che nascono le idee.

Disse: “La lotta è ancora lunga” perché “quello che abbiamo ottenuto è ancora recente e fatica a durare”.

Lidia credeva nella politica, in una politica di pace: “Insieme ad altre ho dato vita a una Convenzione permanente di Donne contro le guerre che ha una articolazione teorica di nome Associazione “Rosa Luxemburg”, vogliamo costruire una cultura politica che escluda la guerra come strumento per il governo dei conflitti.

Lidia è stata tante cose che queste poche parole non rendono pienamente.

Ci mancherà e resterà sempre con noi.

Ciao Lidia amica e compagna.